Per la quarta stagione, il sito di Donna Moderna ha aperto le porte della redazione trasferendosi in centro e – tra le altre iniziative – ha dato a chiunque la possibilità di scrivere su un blog dedicato alle sfilate.
Lavoro a parte, per me – che organizzo questo evento dalla sua nascita – è sempre un’esperienza interessante e ho un po’ di considerazioni da fare sul mondo fantastico delle fashion blogger. Senza far di tutta l’erba un fascio.
Scrivere non è facile.
Fare liveblogging, poi, non è da tutti (blogger e non).
A nessuno viene chiesto di scrivere come Dorothy Parker, ma una cosa è scrivere un post con calma, rileggendolo più e più volte, avendo il tempo di prepararsi e – come spesso accade – farsi scattare le foto dal fidanzato… un’altra cosa è correre tra sfilate, eventi, presentazioni, trovare una notizia e scriverne al volo, senza errori, senza copiare il comunicato stampa, senza nessun fidanzato a supporto dell’impresa.
Non tutte ce la fanno. Tante nelle passate edizioni hanno fallito raccontando, poi, di come l’uva fosse acerba e entrando per questo a gran merito tra le cronache delle solo invidiose.
Altre, invece, giovani e piene di idee, mi hanno davvero stupita.
Commenti arguti accompagnati da foto scattate al volo durante le sfilate o nei backstage e, ovviamente, italiano corretto. Mai sottovalutare l’importanza di un accento messo nel modo giusto.
E questo è il mio punto di vista… lavorativo.
Ora, mi metto dall’altro lato (stimolata anche da una conversazione avuta con Tommaso Sorchiotti che in qualche modo si inserisce anche nella discussione in corso sulle blogger relation rilanciata da LaFra).
Sono una fashion blogger. Leggo che il sito di una rivista organizza un evento a cui posso partecipare, se voglio, anche scrivendo.
Mi chiedo: a cosa mi serve?
Ecco la mia risposta: a imparare.
- Sei giovane, hai un blog, da grande speri di lavorare nel mondo della moda, magari come fashion editor? Non basta essere (o pensare di essere) una fashion icon.
- Non vuoi scrivere di professione, ma pensi che il tuo blog sia comunque una buona vetrina? Sì, lo è, ma solo se scritto bene.
- Non pensare che un post scritto bene, con tanti commenti basti a dimostrare quello che sai fare. E se ti chiedessero di seguire la settimana della moda e quindi scrivere ogni giorno, non a fine serata, ma nel corso della giornata? Funziona così su Internet e quotidiani: si scrive oggi sia di quello che hai visto oggi che di quello che vedrai domani. Pensi di farcela?
- E se oltre a seguire dal vivo gli eventi della Milano Fashion Week dovessi anche coordinare il lavoro altrui? È quello che fanno i fashion editor: io vado qua, tu vai là; io scrivo il commento sulla collezione, tu fai il pezzo di costume e così via. Moltiplicato per ogni evento, o quasi, in calendario e non.
- Pensi di poter sopportare la tensione o addirittura riuscire a optare per un look meno vistoso, ma più comodo? La settimana è stancante. Non lo nega nessuno.
A qualcuno l’occasione di mostrare le proprie capacità, prendere contatti utili, presentarsi alle Pr della moda come collaboratori di una rivista è piaciuto.
False promesse? Nessuna. Non ho mai sentito nessuno offrire stage o collaborazioni successive alla Milano Fashion Week a nessuna delle blogger coinvolte. È un evento che dura una settimana, giorno più o giorno meno. Vuoi esserci? Sai come e dove trovarci.
Se poi il tuo scopo è, invece, fare l’ospite vip alle sfilate, no, in questo caso non ti posso aiutare. Cerca un marito ricco e/o famoso o prova a diventar ricca e famosa di tuo, posso solo dire: in bocca al lupo.
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Tagged: fashion blogger, Milano Fashion Week, scrivere
Domitilla come non darti ragione? Io, con questa esperienza, ho scoperto che mi serve assolutamente un portatile Sarei stata molto più utile!
In ogni caso, concordo con te sulle motivazioni che portano noi blogger a partecipare senza un compenso. Io, senza di voi, non avrei messo piede ad una sfilata e, probabilmente, non avrei neppure provato ad infilarmi in un backstage di soppiatto per poter fare un articolo più interessante e completo. Secondo me è un’esperienza di vita: capisci cosa avresti potuto fare in più (o meglio) e comunque ti crei un tuo bagaglio che nella vita serve sempre. Conosci blogger, pr e altre persone, alla fine hai anche dei ritorni personali se sai sfruttare bene la situazione.
Comunque, anche un PR ha chiesto a me, Giulia e Sarah in che modo lavorassimo con Donna Moderna. Abbiamo spiegato che lavoravamo solo per la settimana della moda e lui ci ha chiesto “Come freelance?”. La risposta chiaramente è no, gratis. Però poi si è risposto da solo: lo facciamo per passione.
Lori, grazie (soprattutto per l’entusiasmo).
Noto un leggero filo di ironia in questo post 😉
Concordo su tutto, ho seguito per mezzo di alcuni blog l’avventura delle fashion bloggers alle sfilate e l’ho trovata entusiasmante!
Mi farebbe felice partecipare a qualcosa di simile riguardante la categoria a cui appartengo, ossia Mamme Blogger grazie al mio diario virtuale!
Nessuna ironia; anzi: qualche appunto, sì… perché a fine esperienza c’è sempre da tirar le somme, da capire come vengono prese le cose: da chi partecipa, da chi ha partecipato, da chi vorrebbe partecipare!
Le mamme blogger sono un altro mondo interessante; perché no, magari al prossimo Mom Camp!
tosta eh 😉 ma mi sei proprio piaciuta per quello che hai detto…;-)
Di moda non me ne intendo granchè, ma tutto quello che so lo devo ad una grande amica che ha indirizzato sulla giusta strada il mio stile pur mantenendo la mia forte personalità!
Quello che penso dopo aver letto il tuo post o quello che è …?
Per essere blogger per scrivere in generale senza buttare al vento le parole, perchè “verba volant scripta manent”, è scrivere non tanto per scrivere , ma lasciare il segno ,impressionare e far riflettere.
Tutto questo l’ho trovato con mio sommo piacere in rete su pochi blog uno di questi è
http://nelmioangolino.wordpress.com
il motivo? di giornali patinati sulla moda ce ne sono a migliaia francamente alcuni li trovo estremamente noiosi e monotoni, quello che ho trovato in questo blog?
Penso che non serva granchè pubblicare l’ultima borsa di Vuitton o accessorio griffato, ma occorre passione, occorre stile, sapiente uso delle parole, saper giocare con esse, saper affascinare,saper rendere il tutto un meraviglioso gioco di colori e tessuti che si rinnova e sorprende continuamente. C’è tutto un mondo là fuori che esula da quella che sarà la nuova proposta per la prox primavera o estate, ma è fatto di scelte, di profonde riflessioni sull’universo che ci circonda e che cambia e si rinnova costantemente è fatto di arte e di poesia e di tanta tanta bellezza molti blog sminuiscono e avviliscono tutto questo. Conoscevo una persona che voleva fare la scrittrice e pensava che acquistare un manuale in fascicoli in edicola l’avrebbe aiutata a diventarlo, l’arte non funziona così non esistono istruzioni per l’uso si emerge per quello che si ha dentro si emerge perchè si ha qualcosa da dire e quando si ha qualcosa da dire ci sarà sempre qualcuno che vorrà ascoltare! Per cui segnatevi questo nome Giovanna Rotundo ( la curatrice del blog sopra mensionato) non posso dire se diventerà mai famosa è difficile al giorno d’oggi visto che vanno avanti solo le raccomandate e quelle che hanno le conoscenze giuste, ma lei qualcosa da dire ce l’ha io l’ho conosciuta e ho visto la passione nei suoi occhi in tutto quello che fa per cui niente istruzioni per l’uso please per essere blogger non ci vuole un manuale ma solo cuore,intelligenza e STILE sottolineo quest’ultimo concetto xkè ORMAI SONO IN POCHE AD AVERNE!
Senza rancore ho detto solo quello che penso
Maria Rita Tucci
Volevo chiarire onde evitare che la persona mensionata possa avercela con me perchè ho fatto il suo nome che era solo l’esempio più calzante che mi era venuto in mente per dimostrare cosa intendevo!
La vita è labile e mutevole magari ci fossero istruzioni per viverla , il punto è che noi esseri viventi affrontiamo ogni giorno mille imprevisti per sopravvivere ! Ogni forma d’arte per me rispecchia la vita x cui:
NON CI SONO REGOLE
è solo questione di istinto …
MARIA RITA TUCCI
Maria Rita grazie per l’esuberanza, la generosità e l’affetto.
Io personalmente ho un bel ricordo dell’edizione febbraio 2010; sono felice di aver partecipato, ringrazio tutti!
Salve,
io vorrei sapere come faccio a richiedere i pass per le sfilate come blogger non avendo accreditazione come giornalista…mi sapeyte aiutare?
[…] Essì che non tanto tempo fa ero salita in cattedra a parlarne e avevo persino fatto una lista di consigli per aspiranti fashion blogger. Devo aver sottovalutato le capacità necessarie: anche giocare a fare la stylist non è […]
si avvicina la #MFW, spolvero dall’archivio i sempreverdi CONSIGLI PER GIOVANI (FASHION)BLOGGER: http://t.co/mYqbhCHE
Ho letto con grande interesse questo post rispolverato per la #MFW, il cui arrivo mi riempie di terrore ed entusiasmo. Gli stessi che ho provato lavorando tanto alle sfilate ed attività affini (preparazione, PR, manovalanza) e poi in un lampo di carriera in una società di moda. Quello che posso dire da utente è che molti blog non fanno che raccontare con dovizia di dettagli quello che è evidente a tutti e che vediamo sul runway. Manca, e questa è esperienza che non si può “comprare” di come si arrivi ad una collezione e dell’intenso lavoro che vi sta dietro. A volte vorrei che molte blogger passassero delle ore in sartoria, con i modellisti, con i buyer dei tessuti o che stessero in piedi a sorridere 12 ore per due settimane durante la campagna vendite, o assistessero ad un workshop tecnico per spiegare come vendere un prodotto.
Visto che molte blogger sono ragazze e ragazzi giovani, io posso darvi un consiglio: cercate di lavorare, anche per poche settimane, agli eventi, alle sfilate (con le agenzie), intrufolatevi nei backstage ed osservate il dietro le quinte. Intervistate le signore poco fashion che durante la sfilata sono in piedi dietro i tendoni e che si commuovono: sono quasi sicuramente le sarte che hanno creato i vestiti.
Questa è la moda che resta, l’esperienza che il mondo ci invidia. Il resto passa velocemente, e se sei meno veloce dell’effimero, ti travolge senza pietà.
Buon blogging!
EJF
grazie Edoardo per il commento, bell’idea il backstage! lo aggiungo nei consigli
[…] l’acidità che mi ritrovo. E l’importanza di un accento o un apostrofo, come lo spiega Domitilla Ferrari, sono capitali. Non puoi abbreviare “poco” in pò. Po’, signorine. Un po’ […]