* IO COME UN DETERSIVO ::

Ora vi racconto di un esercizio difficile da fare: decidere su quale scaffale mettersi in mostra, per la vendita.

Siamo un Paese molto attento all’apparire. Spendiamo in abbigliamento il doppio della media europea. Prestiamo attenzione a come ci presentiamo a un colloquio e sappiamo vestirci bene per partecipare a una festa. Allora perché non badare anche a ciò che comunichiamo con la nostra presenza online? Se è la prima impressione che conta significa che, spesso, non ce ne sarà una seconda: ti cerco su Google, leggo chi sei. E ciò che Google racconta di noi è il frutto di ciò che facciamo online e anche offline. Insomma ci son tracce di te anche se non lo sai. Vale sempre la pena controllare (questa cosa qui su l’ho detta rispondendo a un’intervista, è tutta su Uncò e la ripeto spesso).

Torniamo al supermercato: dobbiamo comprare il detersivo, scegliere in fretta il migliore. Portiamo a casa quello dal marchio più noto. Semplifichiamo per risparmiare tempo e impariamo associazioni marca-prodotto senza neppure accorgercene.

Funziona così anche durante i colloqui di lavoro e gli incontri casuali al bar: ci ricordiamo poche cose, spesso non le più importanti.

E qui è dove ti sembrerà io cambi argomento: Luigi Centenaro ha realizzato il Personal Branding Canvas.

Cos’è:

uno strumento che aiuta a vedere ciò che stai comunicando di te, e a chi (e chi manca).

A cosa serve:

a capire se c’è coerenza tra ciò che  fai, vorresti fare e ciò che comunichi di te (non solo online).

Prova a compilare il tuo. Io l’ho fatto.
No. quello qui sotto non è il mio, è un esempio, è quello di David Beckham.

personalbranding-canvas

Io che ho conosciuto Luigi dopo aver letto la prima edizione di Personal Branding. Promuovere se stessi online per creare nuove opportunità (Hoepli), mi sono prestata – facendomi un favore – alla correzione pubblica dell’esercitazione successiva al workshop ospite di dieci cose a Milano. 

Questo è quello che racconta di me Luigi, nella seconda edizione del libro. Bello, grazie. È vero, non faccio il networker di mestiere. Non sono una PR e non è un lavoro che vorrei fare. Quindi delle mie doti comunicative cosa ne faccio?
Di solito le metto a disposizione delle persone che incontro. Mettendole in contatto.

Cosa voglio fare davvero?

Conquistare il mondo. Diffondendo – anche con le parole – ciò che so e che può essere utile ad altri, anche mettendoli in contatto, appunto. Per questo la Rete mi piace e credo sia il modo più immediato per fare rete, tenendo traccia delle cose importanti.

 

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