* FIN QUI TUTTO BENE ::

Sabato, sì sabato, ho un esame. Quello di Corporate Governance. In attesa dei risultati di Performance Measurement, la notizia è che finora ne ho fatti (e passati) 15 che sono l’esatta metà del totale che mi aspetta da qui a giugno.

L’elenco dei primi 7 esami è qua, questi sono quelli fatti e passati da giugno a dicembre:

8. Operations and Supply Chain Management
9. Sistemi Informativi
10. Marketing, Comunicazione e Delivery del Valore
11. Finanza Aziendale
12. Strategia Competitiva
13. Business Game
14. Marketing, Customer Value Management
15. Sviluppo di Nuovi Prodotti e Servizi

Avevo davvero pensato di riuscire a scrivere un post per ogni esame (ma pure per ogni corso: ché non tutti i corsi si concludono con una verifica).

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Mi è mancato il tempo (o leggi pure: il gatto mi ha mangiato i compiti o avevo altro da fare). Però come mio solito ho messo qualche appunto in bozze, allora ecco quindi un po’ di cose sparse che ho imparato fin qui.

8. Cambiare in meglio si dice Kaizen

Che significa anche miglioramento continuo. Di business, di prodotto. Col coinvolgimento di chiunque lavori in un processo. Un miglioramento incrementale.

Così la smettiamo di usare il termine beta per dire che poi potremmo cambiare (anche idea).

9. I sistemi informativi non sono sistemi informatici

Anche se oggi, grazie a Internet, le informazioni passano (e trapassano) l’organizzazione gerarchica (mettendo in crisi chi ostacola il cambiamento, ma – ippippurrà – velocizzando processi obsoleti e difficili da svecchiare altrimenti).

C’è un però: chi non impara è un costo.

10. Si parte da zero

Tutti i prodotti/servizi nascono con brand awareness=0. E ciò è bene.

E meno differenziazione significa più possibilità di essere sostituibili.

11. Le informazioni sono una causa di successo

Il valore di un’impresa è la somma del valore/delle competenze di chi ci lavora.
Archiviate in: cose da fare meglio nel 2015.

12. Non si fa strategia senza conoscenza

Il che significa che in un’azienda bisogna sapere tutto. Di tutto. E bisogna sapere anche cosa succede fuori, non solo nel mercato dei propri prodotti.

13. Odio i giochi di ruolo

Quelli da tavola, quelli a squadre, le squadre e… cos’è il Business Game? Un gioco di ruolo a squadre.
Questo riassunto è più lungo, sì.

Per una settimana intera ci siamo sfidati, come aziende locali, prima, e internazionali poi a colpi di prezzi d’acquisto e vendita di materie prime, accordi, costi di produzione e margini. Una classe di 50 persone divisa in gruppi da cinque. Tutta questa cosa avviene grazie a un software, ma si gioca tanto offline decidendo i prossimi passi, facendo il conto economico, analizzando lo stato patrimoniale e poi si registrano online le mosse successive. Io sono stata il Direttore Commerciale e Marketing. Luca responsabile della produzione, Salvatore l’analyst, Sergio quello occupato a fare di conto, il finance, e Mauro il nostro CEO. Qua e là qualche richiesta dai professori, che giocavano col sofware con e contro di noi. Un discorso ai dipendenti, uno agli azionisti, il piano strategico per i successivi cinque anni dopo la fine del gioco e altre cose semplici da fare… in meno di un’ora. Sì perché ogni periodo, con la chiusura contabile relativa, si chiudeva ogni 50 minuti in media. L’ultimo giorno nei 50 minuti era inclusa la nostra pausa pranzo.
Se volete immaginare l’aria che tirava: dalle 9 alle 17, otto ore di gioco.

In tutto questo, però, col mio team ho vinto il Matteo Renzi Award per aver pensato e scritto il discorso più alla mano del CEO ai dipendenti.

Al di là di ogni giudizio politico andrebbe sempre la pena di semplificare la comunicazione e fare uno sforzo per farsi capire da tutti, no?
 

14. Per avere successo serve di tutto un po’

Ma soprattutto una gestione integrata dell’economia delle cose e dell’economia della conoscenza.

15. Insistere sulle competenze

Non solo interne.

E anche di gestione.

 

E fin qui tutto bene.
Nel frattempo abbiamo avuto tempo di andare anche a una cena o due (questa è quella in occasione della cerimonia Alumnus Bocconi dell’anno 2014, premio dato a Federico Marchetti, fondatore di Yoox).

#embas14 #sdabocconi we rock hard! Una foto pubblicata da Riccardo Terzi (@riccardoterzi) in data:

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