* IL BUON ESEMPIO DI UNA PESSIMA MADRE ::

Frequentavo le elementari quando mia madre iniziò a frequentare le scuole serali per prendere la licenza media.
Spesso andavo con lei. Mi sedevo tra i banchi, insieme a operai, contadini e ragazzi un po’ cresciuti per le medie che chissà perché non erano andati a scuola prima.
Stavano tutti zitti a lezione e io disegnavo e qualche volta mi portavo i compiti da fare.

Mia madre ha preso la terza media e ha preparato mio fratello per l’ammissione alla prima elementare un anno prima ché sembrava portato. Quell’anno di anticipo mio fratello l’ha poi perso alle superiori. Ma succede e non è grave. Io di anni, invece, ne ho persi 9, fuoricorso.

Mi sono laureata (solo) 7 anni fa. Sì, ci ho messo 14 anni. Nel frattempo ogni anno pagavo le tasse convinta che – tra i tanti lavori che ho fatto prima di laurearmi – avrei trovato il tempo per fare almeno un esame all’anno. E invece no. Ne ho dati 9 in un anno, ho scritto la tesi e mi sono laureata tutto insieme.
Era il luglio del 2007.

Il 20 giugno 2015 ho l’ultimo esame dell’Executive MBA (serale, come la terza media di mia madre) a cui mi sono iscritta più o meno un anno e mezzo fa (dopo aver superato quello che avevo raccontato come il test d’ammissione… alla NASA).
Oggi vado a seguire l’ultima lezione del 2014 e ho un esame il 10 gennaio.

Buone feste a tutti.

EDIT: l’MBA è finito, sul palco ci è salita anche quella piccola con me ❤️

P.S.: la pessima madre del titolo sono io, il buon esempio invece, credo che nonostante tutto me lo abbia dato mia madre; Francesca Parviero durante un incontro in IBM ha detto che conoscere, raccontare e valorizzare la nostra storia professionale ha un impatto sociale: chi la ascolta potrebbe ispirarsi a noi… ecco per mia figlia io sono la migliore pessima madre (e ovvio che questa cosa non la penso davvero, ma la tengo qua a imperitura memoria – che è una locuzione che speravo di usare una volta nella vita – anche se è stato doloroso trovarla tra le carte che decretavano la fine di una storia lunga, ma vale come recensione secondo me).

N.B.: per chi non capisse l’ironia, l’idea del manifesto della perfetta pessima madre, invece non è mio, ma di Lucrezia Sarnari che è una mamma bellissima, come me.

 

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