* QUAND’ERO PICCOLA… ::

Sono cresciuta a pane, pomodoro, stereotipi e luoghi comuni diffusi. Sono cresciuta in un grosso paese del sud Italia in cui – lo dico sempre – non c’era una libreria. Anzi, in cui la libreria non c’è neppure ora.

Ho letto i primi classici con i libri a mille lire. I giocattoli, però, non mancavano: dove ho vissuto fino a 18 anni c’è la tradizione di fare la fiera, ovvero: comprare un regalo alla fiera del paese, che c’è ogni fine agosto. Un mercato pieno di cose per la scuola, giocattoli e… pentole.

Ogni anno, quindi, aspettavo la fiera come il Natale per tornare a casa con un nuovo gioco.

Ti va di aprire con me la scatola dei giocattoli?

Mi piacevano le pentoline e avevo una macchina per cucire (ce l’aveva anche mia mamma). Mio fratello aveva una macchinina telecomandata (col filo) e degli action men. Insomma: giochi da maschi e giochi da femmine. Io volevo giocare con le macchinine, che però erano sue. Allora,  se non ci potevo giocare anche io allora nessuno e un giorno ho spezzato il filo della macchinina telecomandata. Ovviamente le ho prese di santa ragione.

vintage 80

Il pallone era da maschi, le pentoline da femmina. Poi è arrivata Mimì e la nazionale di pallavolo e io ho guadagnato il diritto, dopo pranzo, per giocare ore a far le schiacciate contro il muro. Non ho mai imparato le regole e non ho mai fatto nessuno sport.

Poi, ho avuto la Barbie sposa (e se non era la Barbie sposa era una vestita molto a festa). Ho avuto i timbrini di Poochie e ho tanto desiderato il forno giocattolo che aveva la figlia dei vicini di casa.

Sono cresciuta vestendomi a carnevale, anno dopo anno, da fatina, principessa e sognando l’abito di Barbie Fiori di Pesco.

Quando si parla di donne e stereotipi me la prendo sempre molto: siamo cresciute con bambole e pentoline – e io anche senza una libreria nei dintorni – e poi abbiamo scelto comunque di studiare, lavorare, essere libere di fare le nostre scelte.
A influenzarci non sono i giocattoli, ma il contesto in cui viviamo, di cosa si parla, cosa vediamo fare agli altri. La monaca di Monza aveva sì una bambola suora, ma stava pure in convento!

Ho imparato a cucinare leggendo le ricette sui giornali (non c’era una libreria, ma le edicole sì). Avevo la macchina per cucire giocattolo, ma crescendo mia mamma mi ha insegnato a disegnare giacche, pantaloni, vestiti. Lei li cuciva e le stoffe le compravamo alla fiera dove prima andavamo per i giocattoli.

Ti va di provare? Guarda su Quando ero bambino quali giocattoli riconosci, quali avevi, quali avevano i tuoi amici. Quanto ti hanno influenzato davvero?

* Grazie a Mattel ho donato il tempo di questo post all’UNHCR

 

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